Nella notte tra giovedì 29 e venerdì
30 ottobre i facchini della logistica scioperano per il rinnovo del contratto
collettivo nazionale del settore in scadenza a dicembre. Negli ultimi 7 anni le
lotte e gli scioperi, i picchetti e le cariche della polizia, i licenziamenti e
le vittorie dei facchini, sono state il pane quotidiano ai cancelli dei grandi
poli della logistica, così come davanti a quelli delle piccole cooperative in
appalto.
In un panorama di sconfitte e di
arretramento dei diritti dei lavoratori, le lotte di questo settore hanno
rappresentato e rappresentano un esempio che dimostra come, pur nello sfavore
degli attuali rapporti di forza, qualcosa si possa fare per migliorare le
proprie condizioni di lavoro e vita.
COSA VOGLIONO I FACCHINI DELLA LOGISTICA?
Miglioramento di salari e condizioni di lavoro estesi a tutti i magazzini
della logistica; lotta contro i piani di attacco ai lavoratori che vedono nelle
ultime mosse del governo Renzi (Jobs Act, cancellazione del diritto di
sciopero) e del padronato (fine della contrattazione collettiva) il culmine
delle politiche di flessibilizzazione e precarizzazione che vanno avanti almeno
dai primi anni novanta.
·
No al peggioramento del Contratto Nazionale di
categoria
·
Per la sua piena applicazione in tutti i magazzini
della logistica
·
Aumenti salariali del 5% della retribuzione minima
mensile
·
Riduzione dell’orario di lavoro a 37,5 ore settimanali
·
Garanzie di mantenimento di lavoro e condizioni nei
cambi appalto
·
Per respingere gli attacchi del governo e il suo
Jobs-act
·
Estensione degli scioperi contro le politiche
repressive europee
·
Per il riconoscimento della rappresentanza dei
lavoratori
·
Pieni diritti per tutte le Organizzazioni Sindacali
Da un lato, quindi, rivendicazioni strettamente legate al settore, come il
rifiuto al peggioramento del contratto di categoria, la sua applicazione in
tutti i magazzini, aumenti salariali: tutti obiettivi importanti per estendere
le vittorie ottenute in molti magazzini anche a tutti i poli dove invece il
conflitto non è riuscito ad imporli con la forza.
QUESTA BATTAGLIA RIGUARDA TUTTI NOI.
Sbaglia chi vede in questo sciopero una questione puramente settoriale, che
riguarda solo alcuni facchini o alcuni trasportatori: questo sciopero, questa
lotta riguardano tutti noi. Perché se i facchini vincono, i padroni proveranno
a salvaguardare i loro profitti strizzando chi lavora a monte o a valle della
filiera; perché quello che accade nello logistica è solo un’immagine di quello
che sta avvenendo negli altri posti di lavoro; perché col Jobs Act, se non ci
organizziamo, ricatti, minacce e maltrattamenti saranno all'ordine del giorno
ancor più di quanto non siano oggi! Occorre
costruire un'opposizione ai padroni che vada oltre la singola azienda e il
singolo settore: per questo nella loro piattaforma ci sono obiettivi che
riguardano tutti i lavoratori ed anche i disoccupati.
l PCL aderisce e sostiene l'iniziativa di sciopero
generale nel settore della logistica, promossa
dal sindacato Si Cobas e dall’ADL.
Al tempo stesso, nel sostenere lo sciopero generale
come ogni altra azione di lotta, per quanto parziale, che abbia valenza
progressiva, continueremo a batterci, tra i lavoratori e in ogni sindacato di
classe, per una ricomposizione generale del fronte di massa
contro padroni e governo, attorno ad una vertenza generale unificante.
Una necessità tanto più pressante a fronte della crisi
capitalista e di un governo reazionario a ispirazione bonapartista come il
governo Renzi.
Partito
Comunista dei Lavoratori
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