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giovedì 27 settembre 2018

UN DECRETO CONTRO I POVERI



Il decreto legge su immigrazione e sicurezza, voluto dal ministro Salvini, è promosso all'approvazione definitiva.
La maggioranza di governo è compatta e allineata sui cavalli di battaglia di Salvini.
Il Ministro degli Interni sostiene che farà dell’Italia un paese più sicuro.
Sicuro per chi?
Un decreto che ne accorpa due. Uno sul tema dell’immigrazione e l’altro sul tema sicurezza urbana. Il classico caso in cui si prendono due piccioni con una fava e si scrive una legge, ancora una volta, dichiaratamente contro i subalterni di questo paese, di qualsiasi nazionalità essi siano.
Infatti, la prima parte del decreto  è concentrata tutto sull'obiettivo di rendere la vita più difficile a chi decide di muoversi clandestinamente verso l’Italia.
Cambieranno i requisiti e le procedure per essere considerati richiedenti asilo e di conseguenza verranno potenziati i sistemi di carcerazione preventiva attraverso i CPR e l’allungamento dei tempi di permanenza in attesa di eventuale rimpatrio da 90 a 180 giorni. Verrà messa in discussione la cittadinanza in casi di ipotesi di reato a scopo terroristico e aumentata la lista di motivazioni per cui si può procedere al rimpatrio o alla revoca dello status di rifugiato. Tra questi non a caso violenza o resistenza a pubblico ufficiale. Il tutto, dunque, per limitare al minimo la possibilità che si creino le condizioni di opposizione alla situazione di povertà e sfruttamento in cui i migranti sono costretti.
La musica non cambia per quanto riguarda la sicurezza; controllo, militarizzazione e criminalizzazione. Viene praticamente ufficializzato ed esteso l’uso del taser prima ancora della fine del periodo di sperimentazione di cui tanto si è parlato. Si allarga il raggio di possibilità del Daspo che potrebbe limitare l’accesso a ospedali e presidi sanitari e dalle manifestazioni sportive anche per chi è indiziato di terrorismo. E ancora sanzioni penali e non più solo amministrative per chi partecipa a blocchi stradali. E poi c’è la parte che più preferisce Salvini che è quella che riguarda le occupazioni di edifici o terreni o, più nello specifico, chi si fa promotore e organizzatore del reato di invasione di terreni o edifici.
Poco o niente per quanto  riguarda la lotta alla criminalità organizzata.  Serve solo per non dare troppo l’idea che i primi nemici pubblici in questo paese siano coloro che provano ad organizzarsi per migliorare le proprie condizioni di vita.
Agli sfruttati non è mai stato concesso niente per benevolenza degli Stati e dei Governi. Tutto ciò che hanno conquistato è stato attraverso la lotta.
Ricominciamo a lottare!!

Non è solo una necessità sociale. E’ anche l’unica via per scomporre il blocco (e l’immaginario) populista. 

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