POST IN EVIDENZA

domenica 16 settembre 2018

“INDIVIDUI CULTURALMENTE SEMILAVORATI SONO PEGGIORI DI QUELLI TOTALMENTE ANALFABETI”



I risultati delle elezioni del 4 marzo scorso evidenziano un Paese profondamente arretrato, con poca memoria, per colpa di chi ha governato, della scuola, che non trasmette più i saperi fondamentali, dell’università, che considera il sapere come un fatto strettamente “tecnico”.
Le istituzioni scolastiche, di ogni ordine e grado, offrono quel minimo di formazione culturale che serve a recepire i messaggi fortemente condizionanti lanciati in mezzo alla massa “amorfa” dal sistema informativo, in tutte le sue articolazioni, avente le caratteristiche di persuasione occulta.
È questo il nuovo fascismo, il “fascismo della società dei consumi”, con l’aggravante dell’informatizzazione massiccia. Un fascismo addirittura più pericoloso, untuoso, di quello del ventennio, perché allora la maggior parte degli italiani non riusciva neanche a recepire i messaggi provenienti dal potere.
“Individui culturalmente semilavorati sono peggiori di quelli totalmente analfabeti”.
Esiste un abisso rispetto all’Italia uscita dalla Resistenza e dalla lotta di Liberazione, che si ispirava a valori di solidarietà, di uguaglianza, di giustizia. Tutti questi valori emergono chiaramente dalla letteratura che è stata definita, per l’appunto, “resistenziale”, che ha costituito, per circa un decennio dopo la fine della seconda guerra mondiale, uno dei filoni più fecondi della letteratura neorealista, assieme a quello operaista e a quello meridionalista.  
Oggi non emerge, per così dire, nel nostro Paese, una letteratura e lettura “impegnata”. Le statistiche ci dicono, da parecchi lustri ormai, che due terzi degli italiani non leggono neanche un libro l’anno.

OGGI L’ANTIFASCISMO È PIÙ ATTUALE CHE MAI.

Il nuovo governo della destra, a partire da Matteo Salvini, sta “tirando la volata” ai nuovi fascisti, cosi come Marco Minniti ha aperto la strada a Salvini.
L’elemento più preoccupante è che tutto questo ha un bacino di consenso, implicito o esplicito, anche in settori popolari, settori proletari che sono stati abbandonati ai colpi della crisi, che sono stati privati di un riferimento.
Possiamo concludere, allora, che è necessaria quella «riforma intellettuale e morale» del Paese che Gramsci, nei Quaderni del carcere, considerò condizione preliminare per un cambiamento radicale della società, senza il quale i mutamenti marginali all’interno dello stesso sistema capitalistico servono a ben poco.

Partito Comunista dei Lavoratori
Pavia sez. “Tiziano Bagarolo”


Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.