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giovedì 14 gennaio 2016

21 Gennaio 1921 - 95° Anniversario

Commemorare la nascita del Partito Comunista d’Italia significa in primo luogo ricordarci di essere comunisti, ricordare cioè che al di là della tanta acqua passata sotto i ponti e delle tante trasformazioni intervenute nelle forme e nei modi del nostro agire politico, le nostre origini, insieme con il nome di “comunista”, hanno le loro radici in quegli eventi.
Nel ricordo delle proprie origini, nel confronto con esse, si chiarisce il senso dell’agire politico presente, il valore strategico delle scelte, le ragioni profonde e durature del proprio essere partito politico comunista . Non è solo un doveroso  omaggio ai compagni che, affrontando sacrifici e lotte, diedero vita al partito. Ricordare e riflettere sulla propria storia è un momento essenziale nella vita di una formazione politica che abbia della politica una concezione alta, di progetto strategico e non di galleggiamento nella palude dell’esistente.  Significa che il comunismo al quale ci riferiamo non trae la sua origine in un passato indeterminato e confuso, ma in una rivoluzione, che, nell’elaborazione del suo massimo interprete, Lenin, sintetizzava e sviluppava il patrimonio di elaborazioni teoriche e di lotte politiche e sociali del movimento operaio dell’800 alla luce delle grandi trasformazioni intervenute con l’affermarsi dell’età dell’imperialismo e della guerra.
La scelta stessa del nome “comunista” traeva origine dalla rottura consapevole con i partiti socialisti e lavoristi precedenti, perché questi avevano tradito il loro compito, schierandosi con le rispettive borghesie nella guerra mondiale del 1914.
Rivendicare una continuità con la costituzione dei partiti comunisti sorti su impulso della rivoluzione d’ottobre è una scelta fondamentale.

V.S.

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