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lunedì 17 luglio 2017

L'ULTIMA BATTAGLIA DI LENIN

da Unità di classe “LA RIVOLUZIONE E IL SUO CONTRARIO”
di Piero Nobili




Lenin negli ultimi anni della sua vita accentra la sua attenzione sui pericoli di una possibile degenerazione del partito che aveva fondato e portato alla vittoria. Soprattutto è preoccupato dal peso crescente della burocrazia all'interno dell'apparato.
Pur colpito da una grave malattia invalidante, Lenin concentra i suoi ultimi sforzi nella battaglia politica, torno a tre elementi centrali: difende il diritto di autodeterminazione dei popoli, e contrasta la politica di unione forzata delle nazionalità brutalmente avviata da Stalin; si schiera a favore del mantenimento del monopolio del commercio estero che Stalin  e Bucharin volevano abolire;  propugna il ripristino della democrazia operaia nel partito e nel governo dello Stato sovietico. Infine, in quelle note che vengono considerati il suo testamento, Lenin esprime un giudizio inequivocabile:

“Stalin è troppo brutale, questo difetto, mente tollerabile nel nostro ambiente… non lo è più nelle funzioni di Segretario generale. Propongo dunque ai compagni di studiare un mezzo per dimettere Stalin da questa carica…”

La morte, sopraggiunta all'inizio del 1924, impedirà di intervenire al XIII Congresso del Partito e di approfondire la battaglia politica che aveva iniziato a condurre contro la nascente burocrazia. Successivamente, l’opposizione allo stalinismo, dentro e fuori Unione Sovietica verrà proseguita da Trosky e da quei militanti bolscevichi, che sulla base dei principi leninisti della democrazia operaia e dell’internazionalismo proletario, lotteranno fino alla fine per difendere il programma rivoluzionario dell'ottobre, stravolto e tradito dalla controrivoluzione capeggiata da Stalin e della sua casta parassitaria.

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