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domenica 23 luglio 2017

DALLA PARTE DEI PALESTINESI



Il governo Netanyahu, sostenuto dalla peggiore destra sionista, ha aperto il fuoco contro migliaia di palestinesi che manifestavano presso quella spianata delle moschee che era stata loro sbarrata.

Non si tratta di un episodio isolato. Lo Stato sionista sta cercando di capitalizzare a proprio vantaggio la dissoluzione generale dei vecchi equilibri del Medio Oriente per allargare e fortificare le proprie posizioni. Si fa scudo in particolare del nuovo corso ultrasionista di Donald Trump non solo per archiviare la recita delle famigerate “trattative di pace” ma per intraprendere un nuovo piano massiccio di espansione edilizia nella Cisgiordania occupata, tra gli applausi entusiasti dei coloni. Parallelamente Netanyahu fa il giro delle capitali europee per presentare lo stato di Israele come l'unico baluardo di garanzia contro il fondamentalismo musulmano. Da un lato cercando il sostegno dei governi “democratici” imperialisti, che da Macron a Gentiloni sono stati prodighi di riconoscimenti. Dall'altro civettando apertamente coi peggiori ambienti del populismo reazionario e xenofobo europeo, inclusi quelli di orientamento antisemita (Orban). A riprova una volta di più che il sionismo è nemico del popolo ebreo oltre che oppressore del popolo palestinese ed arabo.

Questa politica sionista troverà pane per i suoi denti nella resistenza palestinese. Non nei suoi gruppi dirigenti maggioritari, che o sono compromessi col sionismo (Abu Mazen) o hanno un profilo fondamentalista reazionario (Hamas). Ma nel corpo dei suoi combattenti, nella massa di una giovane generazione palestinese che per quanto in parte demotivata dalle sue direzioni non ha alcuna disponibilità a subordinarsi al tallone di ferro dell'occupazione sionista e della sua polizia.

Di certo i fatti dimostrano una volta di più che non c'è alcuna possibile soluzione della questione palestinese nel quadro della subordinazione all'imperialismo e al sionismo. Tutte le cosiddette soluzioni di pace con lo Stato sionista d'Israele, ogni volta presentate a sinistra come le uniche realiste, si sono dimostrate, oltre che subalterne, del tutto utopiche. Non può esservi alcuna pace giusta e durevole tra gli oppressi e gli oppressori. Solo il rovesciamento della dominazione sionista e imperialista può liberare i palestinesi dalla violenza dell'oppressione, che nega loro quotidianamente i diritti più elementari, e restituirli alla loro terra, che è il fondamento storico del loro pieno diritto alla autodeterminazione. Per una Palestina libera, laica, socialista, in una federazione socialista del Medio Oriente.


Partito Comunista dei Lavoratori

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