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mercoledì 27 novembre 2019

ROMPERE L’ISOLAMENTO E LA SEPARAZIONE ED INIZIARE UN PROFICUO CONFRONTO





L'abisso tra la borghesia e chi possiede la propria forza-lavoro diventa sempre più profondo, con l'aumento della disoccupazione, della precarietà, della povertà, delle disuguaglianze, delle ingiustizie.


I periodi di crisi e stagnazione si allungano, le condizioni di vita e di lavoro degli operai si aggravano. Il malcontento e la collera aumentano fra gli operai e gli altri strati popolari, sebbene essi siano attualmente irretiti dalla demagogia sociale delle forze populiste e reazionarie da un lato, paralizzati e divisi dal riformismo e dall’opportunismo dall'altro; e i lavoratori sono immobilizzati dalle conseguenze della repressione scatenata dal padronato, dal terrore diffuso delle azioni punitive, dei provvedimenti disciplinari fino al licenziamento.
Lo sviluppo del capitalismo e della sua base materiale non minaccia l’esistenza del proletariato come classe, non mina le sue posizioni nella società, come avviene per le classi intermedie. Al contrario, fa aumentare il numero degli operai salariati su scala mondiale, oggi più di un miliardo, con buona pace di chi straparla della «scomparsa della classe operaia». Negli ultimi decenni uno dei punti centrali dell'attacco ideologico della borghesia è stato, infatti, la presunta fine della classe operaia. Si tratta di un'enorme mistificazione.
Nel nostro paese, nonostante massicci processi di ristrutturazione e di delocalizzazione il numero complessivo degli operai è di 8,1 milioni . Secondo i dati dell’Osservatorio Inps del 2017, sui lavoratori del settore privato, la componente operaia rappresenta il 55,6% del totale. La crescita del terziario non ha determinato, numericamente, il «sorpasso» degli impiegati sugli operai. La crescita costante della percentuale dei lavoratori salariati sul totale degli occupati è un fenomeno internazionale: oggi il 52% degli occupati sono lavoratori salariati.
Lo stesso sviluppo del capitalismo, delle forze produttive, rende sempre più importante e incisiva la funzione oggettiva della classe operaia nella vita economico-sociale, che è la principale produttrice della ricchezza materiale della società.
Sappiamo, nelle linee fondamentali, quale deve essere il nostro ruolo in questo contesto: sostenere la lotta di classe degli operai unendosi a loro per alimentarne la coscienza; unificare, organizzare e mobilitare la classe a partire dalle rivendicazioni legate ad obiettivi avanzati; influenzare, orientare sino a dirigere, nella lotta, la classe sfruttata per strappare il potere politico alla borghesia, rappresentando e difendendo sempre gli interessi generali del proletariato e il suo futuro, che si potrà conquistare con l’abolizione della proprietà borghese e la costruzione della nuova società.


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