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domenica 27 agosto 2017

GLI SGOMBERI DI ROMA: RAZZISMO ISTITUZIONALE E PULIZIA ETNICO-SOCIALE


Nel "90° minuto" della politica italiana il sostegno di tutti e tre i populismi alla violenza polizesca
La violenza degli sgomberi contro i profughi occupanti a Roma mette in mostra le posizioni securitarie, razziste e antiproletarie di tutte le istituzioni e di tutte le forze politiche borghesi. Bisogna ricostruire l'unità di classe e organizzare la lotta ai veri nemici degli sfruttati: la borghesia e il capitale.

Tutto si consuma in una settimana! Vite di intere famiglie spazzate via, letteralmente, in pochi attimi in cui si impone la violenza e l'arroganza del potere politico ed economico senza la minima dignità.

I FATTI DELLO SGOMBERO: MANGANELLI, IDRANTI, DEPORTAZIONI E UNA CAREZZA

500 persone occupavano uno stabile di una società immobiliare, Idea Fimit SGR, che si occupa di speculazione. Nello specifico di una palazzina che era di proprietà della ex-Federconsorizi, che nel 1991 venne sciolta per bancarotta fraudolenta, altri speculatori. Questa Idea Fimit è una meravigliosa cordata composta da DeAgostini, INPS e Carispezia, un bel coacervo di capitali che devono valorizzarsi, ovviamente lasciando vuoti quegli appartamenti fino a quando sarà conveniente.

Chi erano quelle 500 persone? Donne, uomini, giovani, bambini, anziani, disabili, lavoratori, disoccupati, precari...tutti rifugiati o richiedenti asilo, principalmente eritrei, somali ed etiopi, provenienti proprio da quelle ex colonie in cui la brutalità imperialistica italiana ha dato il meglio di sé. Oltre 500 persone che lottavano per poter avere una casa ed una vita normale, per non vedere le famiglie smantellate, divise e spedite in periferia, i legami cancellati e disseminati in diaspore forzate, le proprie reti di integrazione, lavoro e isctruzione minima spezzate, per essere ricacciate nel limbo della dipendenza totale da altri carrozzoni dell'accoglienza remunerativa e assistenziale.

Ma creano problemi. Problemi per il mancato guadagno nel vero "business" dell'accoglienza. Problemi per la mancata possibilità di speculare su immobili vuoti. Problemi perchè creano una comunità forte in grado di pretendere dei diritti, condizioni dignitose e umane, vite normali.
Ma creano anche occasioni. Occasioni per una campagna politica ed una prova di forza alla ricerca del consenso sul leitmotiv che ormai è stato debitamente diffuso a livello di massa: l'odio dei migranti, dei più poveri.

Un macabro valzer fatto di propaganda politica, campagna mediatica trasversale e verticale, che utilizza migranti e profughi come la vera ed unica causa di tutti i mali, il vero ed unico capro espiatorio su cui pulire le proprie colpe e coscienze. Così potenti e ricchi, padroni e speculatori possono sfruttare al meglio masse di morti di fame come distrazione di massa; gli sfruttati, impoveriti e umiliati italiani, possono sfogare le proprie frustrazioni, la propria incapacità di reagire alla barbarie del sistema socio-economico, la propria rabbia direttamente su chi è più debole di loro, e quindi ancor più vittima di quel sistema.

Una mentalità da Kapò lucidamente massificata, con i gerarchi pronti a marciare a suon di tweet e post su ogni evento tragico, trasformando in slogan le vite e le morti di migliaia e migliaia di esseri umani.
Così accade che quei 500 rifugiati possono essere sgomberati dal giorno alla notte con inaudita violenza.
Si presentano come soluzioni istituzionali "rifiuatate": la diaspora nelle periferie per meno di un quinto di loro; la divisione delle famiglie in donne e bambini da una parte, maschi dall'altra; minacce di espulsione; lo sradicamento dalla propria comunità e dimora...insomma deportazioni e ritorni al Via, nemmeno per tutti.
Per gli altri, la strada, in attesa di nuove soluzioni. Però bisogna pensare "prima ai romani".
Quelli che rimangono per strada poi, vigliaccamente e crudelmente, vengono spazzati via peggio che la spazzatura. I dipendenti di AMA a Roma, utilizzano più delicatezza con la spazzatura, il Comune e le istituzioni meno rigore nel mantenimento della pulizia e dell'igiene ambientale. Ma quando si parla di poveri, persone sgomberate poche ore prima, famiglie abbandonate a loro stesse per tenere una palazzina vuota, migranti dalla pelle scura qui "ospiti a casa nostra", allora intervengono manganelli e scudi, plotoni di pulizia etnico-sociale, cani pastore, calci, pugni, insulti, minacce e infine idranti. Indiscriminatamente: su donne, anziani, disabili, uomini. Intanto per garantire che tutto si possa svolgere in maniera più "pulita" possibile, i bambini vengono sequestrati.
Ma alla fine basta una carezza di un manganellatore in divisa per dimostrare che era tutto a fin di bene e fatto con il maggior rispetto possibile. Ossa rotte, sangue, tutti i pochi averi devastati e distrutti, sequestri...ma poi viene concessa una magica carezza sul volto disperato della persona a cui il poliziotto ha appena tolto tutto.

IL CORO DELLE DICHIARAZIONI RAZZISTE DI ISTITUZIONI E POLITICI

Allora parte il coro. Arriva ciò rende una tragedia reale una macchietta di una pessima messa in scena appiattita sullo schermo, affiancata alla notizia dell'invasione dei profughi e degli amori delle star: le svariate interviste, o i lunghi silenzi, di istituzioni e forze politiche.

Parte la meravigliosa uscita, una delle più scintillanti per estrosità, della prefetta di Roma,
Paola Basilone, secondo cui tra i rifugiati e i migranti c'erano gli "infiltrati dei movimenti di lotta per la casa". Daltronde, in una lotta per la casa collettiva, organizzata anche attraverso i movimenti di lotta per la casa che sono composti da quegli stessi migranti e profughi, ci sono gli infiltrati dei movimenti. Un pò come dire che dentro la Polizia di Stato ci sono gli infiltrati della Polizia di Stato.
Ma è ben altro il motivo per cui non si è mai riusciti ad arrivare ad una soluzione abitativa e sociale per quei migranti: il solo fatto che pretendessero delle soluzioni reali lottando.

Mentre saltano alla ribalta le affermazioni del funzionario di Polizia che urla e incita i propri uomini a "farli sparire" e "spaccare braccia", mentre emerge che fu lo stesso funzionario dal manganello facile che fece caricare i lavoratori di AST in corteo nel 2014 a Roma, parte la serie di sparate per la notorietà di DiMaio. Risuona il verbo profetico del fascistissimo pentastellato al rilancio dell'immagine di un M5S partito della sicurezza, della repressione, dell'ordine e della pulizia contro migranti, poveri e disperati.
Per cui per Di Maio le responsabilità sono chiaramente dei migranti e dei profughi, che hanno scatenato la vergognosa guerriglia contro le pacifiche forze dell'ordine che volevano solo ripulire la zona dalla feccia migrante. Per cui rilancia: "chi ha lanciato oggetti contro la polizia non può più avere il permesso di entrare in Italia", sunto: fatti massacrare, stai zitto, non reagire e se ti deportiamo vedi di essere grato e accondiscendente.
Ma soprattutto, di fronte a 500 migranti con decine di bambini senza soluzione abitativa, la preoccupazione principale è che non si può attaccare la nostra sindaca Raggi, che è tanto presa e indaffarata a scrivere post su facebook e tweet per continuare a giocare con candidature, dimissioni, nomine di assessori, commissari e plenipotenziari: quelli che mi criticano via, quelli che dicono che sono brava anche nel non far assolutamente nulla dentro. Impegni gravosi, per cui non può occuparsi degli "scarafaggi" che non vogliono essere relegati nelle periferie più lontane, insomma "prima i romani", o meglio, "prima le poltrone romane".

E così anche la Raggi, mostrando un moto di umanità immensa verso le proprie esigenze e necessità di governante in salsa 5Stelle, finalmente dopo giorni rompe il silenzio. Ma forse avrebbe fatto meglio a mantenere quell'imbarazzante e assordante no-comment. Interviene a gamba tesa per ricordare che loro, la giunta dei mille assessori, hanno fatto tantissimo. Il Comune infatti aveva già urlato alla necessità di fermare l'ingresso di migranti e posto i paletti delle sue capacità di accoglienza, cioè nulle. Magari con un bel muro tutto attorno, poche porte di accesso con la polizia etnica a definire se puoi entrare o meno nel feudo capitolino dei 5 Stelle.
Ma soprattutto si dimena per far notare che non si può fare lo scaricabarile e dire che il Comune non ha fatto niente. Il barile deve andare da un'altra parte e chi non ha fatto niente sono la Regione e il Governo.
Perchè non sono sufficienti i decreti Minniti-Orlando e la generale gestione criminale e affaristica dell'accoglienza in cui è direttamente coinvolto lo stesso comune della Raggi.

Il PD rimane in silenzio e tutt'alpiù cerca di sfruttare la palla contro il Movimento5Stelle, ma in applicazione al decreto del loro Governo e dei loro ministri avrebbero fatto la stessa cosa. Basta poi guardare già ai primi "no" all'accoglienza degli sgomberati da un sindaco del PD di Forano, della provincia di Rieti.

La cosa più preoccupante in tutto questo rimane, però, l'evidente consenso di massa rispetto a questi ragionamenti, a queste aggressioni e operazioni di pulizia etnica. Non può che preoccuparci e farci riflettere un estate costellata di odio razziale, di proteste contro l'accoglienza anche di piccolissimi gruppi di profughi fin nei più remoti angoli dell'Italia, di aggressioni private e collettive a migranti, venditori ambulanti, profughi, di inneggiamenti al fascismo e alle espulsioni, agli affondamenti in mare e al "ritorno a casa loro", di accuse false e pestaggi e sequestri istituzionali, blitz incendiari ai centri di accoglienza etc.

COME REAGIRE: LA LOTTA DI CLASSE CONTRO GLI SFRUTTATORI

La necessità per la classe lavoratrice italiana è quella di comprendere che solo unendosi agli sfruttati e ai diseredati migranti sarà possibile fermare la barbarie, la crisi e l'attacco frontale alle condizioni dei salariati, dei poveri, degli emarginati, dei ceti medio-bassi.
La necessità è quella di rendersi conto che i migranti, gli stranieri, sono proprio i più sfruttati da questo sistema, che fuggono da condizioni ben peggiori di qualsiasi immagine di povertà italiana, che compiono vaggi di speranza fatti di schiavitù, torture, inganni, truffe, carcere arbitrario, morti, annegamenti, affondamenti, stupri.
La necessità è quella di recuperare la capacità di comprendere come il migrante sia la solo la testimonianza che esistono condizioni di vita peggiori a cui possono essere costretti gli esseri umani dalle classi possidenti e sfruttatrici di questo sistema sociale, non certo la causa del peggioramento delle condizioni sociali dei proletari anche nel mondo avanzato e ricco.
La necessità è quella di costruire lotte sempre più unitarie contro il padronato, questi governi e queste forze politiche, di prendere esempio proprio dalla classe lavoratrice migrante che è anche, nella maggior parte dei casi, la più combattiva nei luoghi di lavoro per pretendere condizioni di lavoro e sindacali dignitose (come mostrano le lotte nella logistica, tra i braccianti etc, che si sviluppano contro padroni che spesso non disdegnano la violenza e le armi, essendo spesso collusi con organizzazioni mafiose e coperti dalle stesse forze dell'ordine).
La necessità di lottare per pari condizioni di salario, pari diritti sociali, politici, sindacali e civili, di lottare per condizioni di vita migliori e per abbattere la vera causa dello sfruttamento, della povertà, dello smantellamento dei servizi sociali, dell'aumento del costo della vita, dell'aggressione ai diritti e alle garanzie sul lavoro: i padroni, i banchieri, gli speculatori; in poche parole la borghesia e il capitalismo.

Certe realtà dell'antagonismo e di quegli stessi movimenti, così come in generale buona parte della sinistra italiana, deve prendere atto in maniera definitiva e netta che il Movimento5Stelle non è altro che una organizzazione politica populistica, reazionaria, razzista e xenofoba, nemica della classe lavoratrice e delle istanze degli sfruttati. Il sostegno più o meno diretto ai candidati e alle personalità del M5S in certi contesti di movimento ha permesso, e permette tuttora, il mantenimento di una immeritata legittimità di questa realtà politica. Ma il Movimento5Stelle mostra ogni giorno di più di essere un nemico degli oppressi e degli sfruttati, dei movimenti e dei diritti dei più deboli, al pari del Partito Democratico, della LegaNord e di tutti gli altri partitini di centrodestra e centrosinistra.

Solo con la prospettiva di un governo dei lavoratori, fondato su un movimento del proletariato internazionalista, antirazzista, anticapitalista, costruito sull'autorganizzazione dei proletari nei loro luoghi di lavoro, nei loro luoghi e quartieri di vita si possono porre soluzioni socio-economiche, grazie ad una pianificazione che permetta la ripartizione del lavoro tra tutti e tutte, la piena occupazione e la piena capacità produttiva, distributiva e di fornitura di servizi universali.
In questo senso si rende sempre più necessaria la costruzione di interventi comuni tra tutte le forze anticapitaliste, rivoluzionarie, classiste e internazionaliste su questi temi e in questi ambiti, per cominciare a radicare sempre di più una prospettiva alternativa alla dilagante onda reazionaria, razzista, repressiva.

Cristian Briozzo

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