Come ogni
anno il 27 gennaio ricorre la Giornata della Memoria, giornata con la quale si
ricordano le vittime della Shoah, le vittime di Auschwitz, le vittime del
delirio nazista che ha insanguinato di lacrime e sangue il secolo scorso.
Giornata in cui si pratica il giusto ricordo di chi ha patito sulla propria
pelle le tragedie della dittatura nazifascista.
Questa
memoria deve essere finalizzata a una pedagogia tesa ad evitare che in futuro
tornino a ripetersi tragedie, istruire le nuove generazioni in modo che esse
siano vaccinate rispetto a possibili ricadute come quelle avvenute nel
novecento.
Talvolta,
però, si utilizza la Giornata della Memoria,
o comunque del passato, per giustificare, ancora una volta, i rapporti di forza
del presente, per giustificare la presenza illimitata della potenza stelle e
strisce che ci ha liberato dal
nazifascismo e che ora diventa in qualche modo legittimamente permanente sul nostro territorio con le sue più di 200 basi
militari.
Furono anche
i sovietici a liberare l'Europa dai nazifascisti, aspetto che viene totalmente
rimosso.
Paradossalmente
la “memoria” tende a capovolgersi in una
“ideologia dell'oblio mediale” dove, in giornate specifiche, si ricordano,
giustamente, certe tragedie e vittime delle guerre riducendo ,così, l'intera
storia del novecento come teatro degli
orrori.
In questo
modo si rimuove completamente il fatto che il novecento è stato anche il secolo
del lavoro, è stato anche il secolo dei diritti sociali conquistati dai
lavoratori, ciò che naturalmente in maniera niente affatto neutra, oggi tende a
essere dimenticato perché in qualche modo “l'ideologia della Memoria” tende a
prescrivere ai dominati un grande imperativo:” non provate mai più a cambiare il
mondo, non provate mai più a rovesciare il rapporto di forza perché ogni volta
che lo si rovescia si produce necessariamente Auschwitz o i Gulag”.
Occorre
valorizzare la memoria, la giusta memoria, quella che non usa le vittime come
materiale umano da capitalizzare ideologicamente, in questo modo uccidendo una
seconda volta , ma quella invece che rispetta le vittime ricordandole, facendo
valere in maniera pedagogica la memoria per evitare che si producano in futuro nuove
tragedie.
Partito Comunista dei Lavoratori
Pavia sez. “Tiziano Bagarolo”
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