POST IN EVIDENZA

venerdì 8 maggio 2020

RIPRESA O FALLIMENTO DI UN SISTEMA BASATO SUL PROFITTO?

Anche in Sicilia la fase due si gioca sulla pelle dei lavoratori. Il caso della STMicroelectronics e della raffineria di Milazzo



Comunicato del coordinamento delle sinistre di opposizione della Sicilia



Mentre Confindustria, poteri forti e governi borghesi nazionali e regionali (Liguria, Veneto e Lombardia in primis), fedeli esecutori delle direttive padronali, spingono per la riapertura totale dei luoghi di produzione e di distribuzione, i fatti incominciano a smentirli sin da adesso e a mostrare che la situazione non è così rosea come ci vogliono far credere il governo Conte, i mass media e tutti coloro che hanno interesse a fare profitti sulla pelle della maggioranza della popolazione.

Chi ha liberalizzato per prima, precedendo questa deregolamentazione con una serie di dichiarazioni irresponsabili ed interessate, sta già raccogliendo dati sanitari negativi. Non è un caso che la Liguria (+2.29) e in particolare Genova (+3,12), si ritrovino già al 2 maggio con i risultati peggiori in termini di aumento dei contagi. Aumenti anche in Lombardia dello 0,92, in Emilia Romagna dello 0,80, in Piemonte del 1,86, in Veneto dello 0,70 (Fonte: Protezione civile e Ministero della Salute, elaborazione Covidguard).
Gli ultimi dati del 4 maggio (ore 17) registrano ancora su scala nazionale +195 deceduti, e l’incremento dei soggetti positivi è di +1221! Il DPCM del 22 marzo aveva già concesso con alcuni escamotage ai padroni la facoltà di decidere il prosieguo di attività produttive di beni non essenziali. I protocolli firmati dalle burocrazie sindacali hanno legittimato e continuano a legittimare il potere di Confindustria, che con Bonomi neopresidente vuole fare tabula rasa di qualsiasi garanzia contrattuale per i lavoratori, per – testualmente – “ridefinire dal basso turni, orari di lavoro, numero giorni di lavoro settimanale", "da definire in ogni impresa e settore al di là delle norme contrattuali" (Il Sole 24 Ore, 1 maggio).

Anche in Sicilia, con le dovute proporzioni rispetto al triangolo industriale, non esistono al momento condizioni sicure di agibilità sanitaria nei luoghi di produzione e di distribuzione, per non parlare dei mezzi di trasporto pubblico e privato, molto spesso sporchi, inefficienti e insufficienti rispetto alle esigenze di mobilità della popolazione siciliana, a maggior ragione considerando che la “ripartenza” debba essere graduale e che servono mezzi di trasporto in numero sufficiente per il distanziamento precauzionale interpersonale.

L’agibilità sanitaria è già carente nei luoghi di produzione, come ad esempio la STMicroelectronics di Catania, come più volte denunciato. Con la fase due, nell’azienda catanese, dove sono già stati registrati quattro casi di contagio al covid-19, le precauzioni adottate fino ad adesso – come ad esempio la riduzione dei lavoratori nelle sale e lo smart working per gli impiegati che lavorano in ufficio – saranno abbandonate. È questo il modello Bonomi, che prima, in veste di capo di Assolombarda, ha di fatto moltiplicato i morti nell’area bergamasca, ponendo il veto sulla zona rossa, e poi ha affrettato la ripartenza generale senza garanzie sanitarie in veste di capo di Confindustria.

Come coordinamento unitario regionale delle sinistre d’opposizione chiediamo alle autorità competenti, dopo il caso dell’operaio contagiato di Pace del Mela, dipendente di una ditta dell’indotto della Raffineria di Milazzo: che tipo di misure sanitarie sono state prese e continuano ad essere prese all’interno della stessa ditta? Che tipo di misure sanitarie ed organizzative ha preso e continua a mettere in atto la Raffineria di Milazzo all’interno della grande fabbrica, con cui è entrato in contatto il lavoratore?
Alla raffineria c’è una elevata concentrazione di lavoratori (insieme all’indotto circa duemila dipendenti), quindi è necessario garantire loro tutti i sistemi di protezione individuale e la sanificazione dei locali. Condizioni però non sufficienti: dato l'alto tasso di concentrazione operaia, questo è un settore potenzialmente a rischio, perché i lavoratori e le lavoratrici devono venire necessariamente a contatto per le varie fasi della produzione.
Le produzioni metalmeccaniche della STMicroelectronics e quelle petrolchimiche della Raffineria di Milazzo non rientrano nella categoria dei beni essenziali, come il padronato e le burocrazie sindacali subalterne e complici vorrebbero farci credere.

Come coordinamento unitario regionale delle sinistre d’opposizione siamo consapevoli che la difesa delle condizioni dei lavoratori e delle lavoratrici non passa semplicemente dai controlli istituzionali, come ci insegna la storia del movimento operaio, ma dalla loro mobilitazione e dalla loro capacità di reazione, di controllo e di forza nelle relazioni con la controparte padronale. Per tale fine è necessario che i lavoratori e le lavoratrici si attrezzino di una direzione sindacale alternativa, che punti a organizzare le lotte, non a spegnerle. A unificarle, non a dividerle. È pertanto necessaria una svolta radicale e unitaria nel conflitto sindacale, ma anche sul piano della progettualità politica.
Questa pandemia, che ha colpito al solito i settori sociali più poveri, emarginati e privi di garanzie economiche e sanitarie, ha rivelato (anche con lo smantellamento della sanità pubblica) il fallimento di un sistema sociale-economico-politico basato sul profitto.
Mai come oggi è necessario che il movimento internazionale della classe lavoratrice e le organizzazioni politiche che ad esso si richiamano tornino protagoniste della battaglia per una alternativa di giustizia sociale, di democrazia dispiegata, di preservazione dell’ambiente, di un diverso sviluppo, per la costruzione di una società socialista fondata sul soddisfacimento dei bisogni sociali, non più sottomessi alla logica del profitto.



Coordinamento unitario regionale delle sinistre di opposizione:

Giacomo Di Leo, per il Partito Comunista dei Lavoratori - Sicilia

Roberto Bauccio, segretario regionale del PCI

Elena Majorana, per Sinistra Anticapitalista - Sicilia

Sesto Schembri, per il PMLI - Sicilia

Antonio Della Pietra, per la FLAICA-CUB - Palermo

Antonio Bertuccelli, per il Fronte di resistenza comunista (Me)

Vito Giunta, per il comitato No Precarietà - No Frane

Cristoforo Tramontana, per il circolo comunista “Ventunounoventuno" di Milazzo

Coordinamento unitario regionale delle sinistre di opposizione

Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.