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giovedì 7 maggio 2020

LA PANDEMIA E LE CLASSI DOMINANTI: UNA TRAGICA SCHIZOFRENIA

Il caso della Calabria



Tra i tanti effetti prodotti dalla pandemia ci deve essere anche la schizofrenia.
Mentre da un lato si continua ad invitare a restare a casa, dall’altro milioni di lavoratori stanno per essere esposti al rischio del contagio dovuto a una riapertura produttiva senza garanzie per la salute dettata solo dalle leggi del profitto.
Nel caos prodotto dal sostanziale federalismo – non solo sanitario – che regna in Italia, non poteva mancare la Calabria. Qui, mentre da un lato si evidenzia giustamente la preoccupazione per una possibile e caotica ondata di rientri dopo il 4 maggio e, sempre giustamente, si pensa a predisporre le dovute misure di contenimento, dall’altro si dà il via libera all’attività di bar e ristoranti.
È indubbia la grande pressione che proviene da una marea di uomini e di donne costretti a una sopravvivenza sempre più stentata. È indubbio che la mafia, non solo con l’usura, possa essere ancor più il dominus della Calabria.
Ma appunto per questo le risorse per fronteggiare una situazione che potrebbe essere ancor più catastrofica con una malaugurata seconda ondata della pandemia devono venire da chi ha grandissime ricchezze, cioè da banche e capitalisti.
Si annulli il debito pubblico, non si spenda più in grandi opere inutili, similmente avvenga per le spese militari, si vari una patrimoniale giusta e fortemente progressiva, si pensi ad una radicale riforma del sistema fiscale e tributario.
Il PCL ritiene che su questo terreno ci debba essere una mobilitazione in primo luogo della sinistra di opposizione e del movimento sindacale. Se ciò non fosse, la crisi della pandemia potrebbe avere sbocchi autoritari. Solo la ripresa dell’iniziativa dei lavoratori può bloccare questi rischi; solo un governo dei lavoratori stessi può ridare fiducia a enormi masse oggi disperate.
In una prospettiva di autoritarismo strisciante e di imposizione di un vergognoso bavaglio al diritto di espressione ricade anche la scelta di molti organi di informazione di ignorare sistematicamente e deliberatamente le posizioni e le proposte del PCL, come clamorosamente si è verificato con il silenzio sull’iniziativa giudiziaria del suo portavoce nazionale, compagno Marco Ferrando, in merito alla catastrofe sanitaria lombarda.
Il PCL verificherà costantemente il persistere di questo atteggiamento discriminatorio nella speranza che da oggi la sua voce sia messa in condizione di essere sentita.

Partito Comunista dei Lavoratori - coordinamento regionale della Calabria

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